Open Day Fidapa a San Donà

alcuni momenti dell'incontro del 7 maggio a San Donà di Piave

Si è tenuto venerdì 4 maggio 2018 presso l’hotel Best Western Continental  di San Donà di Piave, organizzato dalla sezione locale di Fidapa BPW - la Federazione italiana donne nelle arti professioni e affari  - dal titolo "Donne italiane acrobate tra lavoro famiglia e società". L'incontro ha visto la partecipazione della Consigliera di parità supplente, Cristina Calzavara, coinvolta in un approfondimento sulle problematiche vissute dalle donne nel mercato del lavoro e in particolare sul divario retributivo. 

Condotto dalla presidente della sezione, Leonilde Collauto, l'incontro è stato occasione per l'Open Day Fidapa, la campagna divulgativa delle attività e degli scopi dell'associazione, nata nei primi anni del 900 e che contadecine di migliaia di socie in tutto il mondo. Collauto ha in particolare presentato il programma delle iniziative 2017-2019 sviluppate sul tema posto a livello nazionale centrato su creatività femminile e cultura dell'innovazione come motori di diverso sviluppo socio-economico, e inquadrato nel contesto globale degli obiettivi di sostenibilita lanciati dall'Agenda 2030, per "salvaguardare lo sviluppo del pianeta. garantire il diritto al cibo, costruire una società più equa, sviluppando le pari opportunità in tema di lavoro, retribuzione, riequilibrio di genere nei luoghi decisionali, conciliazione vita e lavoro, difesa della maternità, medicina di genere e lotta agli stereotipi, che ostacolano il raggiungimento della parità tra i sessi". 

Tematiche queste al centro delle attività e del ruolo della Consigliera di parità, su cui si è centrato l'intervento di Cristina Calzavara, che oltre ad illustrare le attività e le funzioni proprie della consigliera, volte alla promozione e al controllo dei principi di uguaglianza, pari opportunità e non discriminazione di genere in ambito lavorativo, ha sviluppato altri temi, parlando in particolare:

  • di finanziamenti per favorire la conciliazione tra vita e lavoro, informado che "le Regioni hanno la possibilità di presentare progetti sulla conciliazione, come pure lo possono fare Aziende Family Friendly, in possesso di una certificazione, il  ‘marchio’ Family Audit’, ideato dalla Provincia autonoma di Trento e promosso su scala nazionale dal Dipartimento per le politiche della famiglia, che garantisce una migliore  performance aziendale offrendo ai dipendenti una condizione di work-life balance: meettere le persone e il capitale umano nelle condizioni di esprimere al meglio le proprie potenzialità - ha sottolineato Calzavara - significa  favorire i dipendenti  senza penalizzare la competitività delle aziende stesse",
  • di  discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro: "La situazione delle lavoratrici, soprattutto quando sono madri, è caratterizzata da tutta una serie di misure che rallentano la carriera, favoriscono la disparità salariale e producono effetti negativi sulle future pensioni",  
  • di gap retributivo di genere. Nel Veneto è mediamente di 100 €, ma quando si passa ad inquadramenti più alti le differenze diventano più forti: le dirigenti percepiscono 200 euro in meno, i quadri circa 360 euro in meno. Aumentando l’età, dopo i 40 anni, gli uomini hanno stipendi più alti fino ad oltre 200 euro e più dopo i 60 anni. Anche a parità di titolo di studio le donne guadagnano meno (circa 290 euro di meno di un uomo con lo stesso titolo di studio). Le pensioni inferiori a 1000 euro sono percepite dal 50% delle pensionate contro il 22% dei pensionati. Dati questi provenienti dalle elaborazioni dell'ufficio statistiche regione Veneto su dati Istat,  2015. Nel contesto europeo invece (dati Eurostat, 2015)  l'Italia sconta un divario retributivo complessivo (differenza tra salario annuale medio percepito da donne e uomini) pari al 43,7% contro il 39,3% della media UE a 28 paesi (Eurostat).
  • Le cause illustrate da Calzavara - professionalmente impegnata in politiche di gestione familiare e certificazioni "Family Audit" per le aziende che sviluppano strumenti di gestione per la conciliazione vita e lavoro - sono da attribuirsi al "diverso peso dei carichi di lavoro non retribuito che gravano sulle donne,  (casa, figli, famigliari anziani, disabili…), a cui s’aggiunge  il tema del lavoro sommerso soprattutto al sud, per cui l’Italia sconta  una delle posizioni più basse in Europa. Se consideriamo l’impegno per conciliare famiglia e lavoro in Veneto vediamo che le donne continuano a svolgere l’80%del lavoro domestico, nel caso di coppie in cui lavora solo l’uomo. Le donne si accollano il 70% del lavoro domestico nel caso in cui entrambi i partner lavorino fuori casa. Il 36,2%delle donne occupate ha un contratto part time contro il 4,3%degli uomini. Così le donne fanno più ricorso al part time, hanno meno possibilità di fare straordinari, minor accesso a indennità e maggiorazioni per particolari condizioni di lavoro, minor ottenimento di bonus/benefit".
  • Conseguenza diretta di questa dinamiche è nel differenziale occupazionale tra uomini e donne "pari al 20% (diminuito dal 31% del 1993, ma solo perchè molti uomini nel frattempo sono stati licenziati in misura maggiore delle donne).  Le donne hanno infatti maggiori difficoltà a tenere il posto di lavoro in caso di lontananza da casa o di trasferimenti aziendali". 
  • Il soffitto di cristallo è un'altra conseguenza: interruzioni di carriera per congedi di maternità o altre esigenze di cura si traducono infatti nel divario di genere nelle carriere professionali: "Se è vero che sono in  aumento le posizioni di vertice delle donne di tutto il mondo anche in settori come la finanza, la strada per la parità è ancora lunga. Nella Regione Veneto i lavoratori con carica dirigenziale sono solo 1,4% del totale degli occupati, di cui il 20%  costituito da donne. Si passa al 31% dei quadri. Nelle posizioni più basiche della carriera, impiegate, infermiere, docenti, badanti ecc. le donne sono la maggioranza, ma scarsamente rappresentate nelle posizioni di vertice. Quindi le donne nella stragrande maggioranza si concentrano nelle attività meno remunerate e si mantengono a livelli più bassi".
  • Che fare? Sul punto la consigliera di parità metropolitana supplente si è richiamata ad alcuni progetti della Regione Veneto, come quello biennale avviato nel 2016 dal titolo "Pari opportunità nel lavoro che cambia – Investiamo nell’occupazione femminile", con l’obiettivo di favorire l’introduzione in azienda di sistemi di smart working (lavoro agile, flessibile) per avviare e migliorare le politiche di conciliazione tra i tempi di vita e di lavoro. 

In conclusione dell'incontro a Cristina Calzavara è stata consegnata la Nuova Carta dei Diritti della Bambina con l’intento che sia divulgata anche nel territorio della Città Metropolitana di Venezia.  

 

In foto alcuni momenti dell'incontro: in alto a sinistra, il tavolo con Leonilde Collauto e Cristina Calzavara, ancora Calzavara a destra e, sotto, la platea. 

 

 

 

 

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