Violenza sulle donne, i dati regionali 2015

mamma e figlia (foto by www.freepik.com)

[09-05-2016] Sta prendendo sempre più forma la politica regionale di contrasto alla violenza sulle donne dettata dalla legge regionale n. 5 dell'aprile 2013 e avviata con il monitoraggio delle strutture attive di Ulss, Comuni e soggetti privati accreditati. Giovedì scorso, il tavolo di coordinamento delle azioni di prevenzione e contrasto al fenomeno ha svolto il suo primo incontro, a ridosso del suo recente rinnovo, facendo il punto sulle attività 2015. Dall'incontro, presieduto dall'assessora alle politiche sociali Manuela Lanzarin, sono emersi i volumi dei servizi di antiviolenza svolti sul territorio regionale, informazioni rese disponibili sul sito della Regione.
 

I dati forniscono un quadro complessivo delle potenzialità e del lavoro del sistema antiviolenza sul territorio, con i suoi 20 centri antiviolenza attivi che hanno già dato ascolto a quasi 5 mila donne e ne hanno accolte oltre 2.600 nei centri, cui si aggiungono circa un centinaio di donne ospitate nelle case rifugio insieme a 110 minori loro figli/figlie, il che porta a 41 strutture venete dedicate alle funzioni di supporto e protezione nel percorso di uscita dalla violenza domestica.
 

L'incontro è servito anche a fare il punto sulle risorse finanziarie messe in campo: circa 800mila euro di fondi regionali cui si aggiungono gli stanziamenti dello Stato che portano a 2 milioni di euro la spesa 2015. Al proposito l'assessora ha assicurato che "nelle prossime settimane sarà emanato il bando per l'assegnazione dei 400 mila euro stanziati nel 2016".
 

Il report dei dati consente di focalizzare l'attività anche a livello provinciale. Così, per l'area metropolitana di Venezia, i numeri sono particolarmente lusinghieri e si attestano intorno al 30 per cento dell'offerta complessiva regionale.
 

Un risultato supportato, in particolare per i Centri antiviolenza, dal Comune di Venezia, dove pagano indubbiamente gli oltre 20 anni di presenza sul territorio, mentre per le Case rifugio è l'Angolo di Paradiso della Fondazione Ferrioli Bo onlus a portare il dato di punta regionale con 2.296 presenze registrate su 8.907 regionali.
 

Centri antiviolenza: I dati regionali parlano di 4.585 chiamate al servizio di ascolto e di 2.637 donne "prese in carico", distribuite nei 20 centri del territorio. L'area metropolitana di Venezia, con 5 centri antiviolenza, raccoglie il 45,6% delle chiamate al servizio di ascolto con 2.092 contatti. Il Comune di Venezia da solo ne registra 963, ma sono 730 nel Centro "La Magnolia" del Sandonatese. Da questa fase di ascolto vengono prese in carico 795 donne nel veneziano, il 29% del totale regionale. Buona parte di questa utenza è italiana, numerosa anche la presenza dell'est Europa, con la Romania in testa.
 

Case rifugio. Sono 9 queste strutture nel territorio regionale con 8.907 presenze registrate, ossia numero di giorni di permanenza delle ospiti nella struttura. In totale risulta un'utenza di 40 donne e 54 minori. L'area metropolitana veneziana assorbe il 32,6% dell'offerta, con 2.296 presenze registrate presso "L'angolo di Paradiso" (9 donne e 18 minori), mentre la Casa del Comune di Venezia ha sostenuto 604 giornate di presenza per 3 donne e 3 minori.
 

Case di secondo livello. Le strutture - pensate per offrire un'ospitalità temporanea quando non vi sia un pericolo immediato per le vittime di violenza domestica, ma la necessità di un periodo limitato di lontananza - sono 12 su tutto il territorio regionale per 55 donne ospitate e 46 minori. Sono sempre due le strutture nel veneziano, dove viene assorbito oltre il 22% dell'offerta, con "L'angolo di Paradiso" della Fondazione Ferrioli Bo che riporta 1.907 presenze per 6 donne e 8 minori e la struttura del Comune di Venezia con 416 giorni di presenza per 3 donne e 1 minore.
 

Anche per il veneziano si registra quanto segnala il report regionale in chiusura: una forte differenza tra ascolti e accessi dei Centri antiviolenza rispetto alle case rifugio e di secondo livello, che risultano spesso sottoutilizzate. Si registra inoltre una maggioranza di utenza italiana nei Centri antiviolenza, mentre sono in maggioranza le straniere nelle case rifugio e di secondo livello.
 

Importante il contributo pubblico per le spese di gestione, per la maggiore assorbito dal personale. Fa la parte del leone nturalmente il Comune di Venezia che raccoglie oltre 420 mila euro, ben distanziando gli altri, nell'ordine L'Angolo di Paradiso con 107 mila euro e, per i soli centri antiviolenza, il Sonia di Noale con quasi 48 mila euro, l'Estia di Venezia con 42 mila e il centro "Città gentili" di Portogruaro con circa 20 mila euro.

 

 

 

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