[12-05-2020] Passano da 44 a 48 le strutture di supporto e protezione delle donne vittime di violenza domestica e di genere e loro minori nel Veneto. La conferma viene dalla deliberazione di giunta regionale n. 521 del 28 aprile scorso, pubblicata ora nel Bur Veneto. Nulla cambia per l'area metropolitana di Venezia, che resta quella con il maggior numero di Centri antiviolenza (6) e che mantiene le 3 case rifugio ad indirizzo segreto.
Aumentano invece le dotazioni per le Province di Treviso e di Vicenza. In particolare Treviso annovera un nuovo Centro antiviolenza a Quinto di Treviso, gestito dalla cooperativa La Esse e cresce di una casa rifugio - Casa Alma - nel Comune di Asolo, gestita dalla cooperativa Una Casa per l'Uomo.
Invariate dunque le restanti dotazioni, che vedono il nuovo quadro con 25 Cav e 23 Case rifugio. In testa la Provincia di Vicenza, che supera la dotazione padovana passando da 10 a 12, seguono quindi Padova, Venezia, Treviso e Verona, con Rovigo e Belluno alla pari con 2 strutture ciascuna.
Circa il rapporto tra strutture e numero di residenti (1/donne residenti) con riferimento alla popolazione al 1° gennaio 2019 da dati Istat, la situazione è la seguente (evidenziati i parametri più virtuosi):
Popolazione | Donne res. | Cav/donne | Cr/donne | |
Veneto | 4.905.854 | 2.506.071 | 1/100.243 | 1/108.960 |
Venezia | 853.338 | 439.253 | 1/73.209 | 1/146.418 |
Belluno | 202.950 | 104.431 | 1/104.431 | 1/104.431 |
Padova | 937.908 | 480.504 | 1/120.126 | 1/80.084 |
Rovigo | 234.937 | 120.759 | 1/120.759 | 1/120.759 |
Treviso | 887.806 | 451.199 | 1/90.240 | 1/150.400 |
Vicenza | 862.418 | 437.541 | 1/87.508 | 1/62.506 |
Verona | 926.497 | 472.384 | 1/157.461 | 1/236.192 |
Va detto che si tratta di numeri molto lontani anche solo dal parametro obiettivo fissato dal Consiglio d'Europa in occasione della conferenza Expert Meeting tenutasi in Finlandia dall'8 al 10 novembre 1999 e fissato così: un Centro antiviolenza ogni 10mila abitanti (di entrambi i sessi!) e una casa rifugio ogni 50mila abitanti. Questo obiettivo già inserito all'articolo 5-bis del decreto legge 119/1993 con cui l'Italia ratificò la sua adesione alla Convenzione di Istanbul del 2011, fu stralciato dalla legge cosiddetta del Codice Rosso, che mise dunque una pietra sopra sulle buone intenzioni del Paese ad allinearsi agli standard europei sulla materia.
Ben vengano dunque le nuove strutture, che sottostanno ai rigorosi controlli da parte della Regione Veneto attraverso la struttura competente a seguirne il monitoraggio (Direzione relazioni internazionali). La Dgr n. 521 riporta infatti di altre due unità proposte nella provincia di Padova, ma omesse dall'elenco in quanto mancanti dei requisiti necessari, e che potranno essere inserite nel prossimo monitoraggio. Che, a proposito, è in corso: i gestori che vorranno fare nuove proposte sono infatti invitati a compilare i moduli scaricabili da questa pagina del sito entro il 31 maggio 2020.
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