26-10-2016 - Diffuso in questi giorni dal World Economic Forum, il Global Gender Gap Report 2016 calcola l'indice di parità di genere tra donne e uomini in 144 paesi nel mondo, analizzando quattro ambiti: economia, educazione, salute e politica e per ciascuno vari indicatori di riferimento.
In cima alla lista, primi cinque paesi, si collocano Islanda, Finlandia, Norvegia, Svezia e Rwanda. Sono loro ad avvicinarsi all'indice "1" con cui viene indicato il grado di vera uguaglianza tra donne e uomini, che però non viene raggiunto da nessun paese. Sul fondo della classifica Yemen, Pakistan, Siria e Arabia Saudita.
In discesa l'Italia che, rispetto all'anno scorso perde nove posizioni, scivolando alla cinquantesima e confermando il suo punto debole, quello della rappresentanza politica con un tasso di parità uomo-donna a 0,33. Un po' meglio, ma sempre a metà percorso con un punteggio pari a 0,57 l'indice che analizza la partecipazione nella sfera economica, dove scende al 117° posto nella classifica globale; a pesare di più fra gli indicatori di questo ambito la scarsa presenza femminile nelle posizioni di vertice, fra legislatori, alti ufficiali e funzionari e manager. Conferma invece un'ottima posizione negli ambiti dell'educazione e della salute, superando il fronte maschile nelle iscrizioni universitarie e, seppur di poco, nelle aspettative di vita in buona salute.
Se l'Italia piange, il resto del mondo non ride: la dinamica degli indici appena vista si rispecchia infatti anche a livello globale. L'indice globale di divario si ferma infatti al 68% della mèta da raggiungere, al 59% nell'ambito economico e delle opportunità, al 23% per quanto riguarda la rappresentanza politica, mentre registra anche qui assai migliori risultati a proposito di formazione scolastica e di salute e aspettative di vita collocandosi rispettivamente al 95 e al 96 per cento.
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