22-06-2016 - E' stata inviata oggi via email alla Consigliera di parità nazionale una nota con alcune riflessioni sottoscritte da quattro consigliere venete a margine dell'esito della loro periodica convocazione annuale sulle dimissioni per maternità. Le quattro consigliere, fra cui Annalisa Vegna della Città metropolitana di Venezia, insieme alle colleghe di Vicenza Grazia Chisin, di Verona Paola Poli e la consigliera regionale Sandra Miotto, hanno voluto presentare un proprio contributo non tanto sugli esiti delle attività dell'ispettorato del lavoro, quanto sulla ricerca di Italia Lavoro, oggetto di un approfondimento seminariale nel pomeriggio della convocazione dell'8 giugno, volta ad elaborare proposte di intervento sulle politiche di welfare legate alla problematica dei costi della maternità per piccole e medie aziende.
Secondo le consigliere, la ricerca andrebbe implementata di alcuni dati mancanti. In particolare, a fronte dei costi quantificati a carico delle imprese, mancano quelli sostenuti dalle dipendenti madri e del nucleo familiare per i servizi all'infanzia: nido, baby sitter, centri estivi ecc. Sono da considerare inoltre i costi dell'Inps pagati dalle detrazioni dei lavoratori e delle lavoratrici: "Il quadro completo - recita la nota - sarebbe un punto di partenza per il Governo per intervenire con un investimento anche importante di risorse per riconoscere finalmente il valore sociale della maternità".
Un riconoscimento che andrebbe affermato anche sul versante regionale. Le consigliere riportano la situazione veneta tra occupazione femminile e denatalità. Le condizioni di disparità nel mercato del lavoro rispetto all'universo maschile sono ancora fortissime: il 20% in meno nel tasso di occupazione, un divario retributivo del 30% (una donna riceve un salario medio di 24.600 euro contro i 36.00 di un uomo), un carico familiare e di cura quadruplicato e il 40% delle madri che abbandonano la ricerca di un lavoro per prendersi cura della prole o di persone non autosufficienti. Non potrà stupire una dentalità che ha visto il Veneto nel 2015 "perdere" mille abitanti al mese.
La nota si conclude con l'invito ad approfondire il tema e socializzare le esperienze in un prossimo incontro in plenaria. La parola ora passa alla Consigliera nazionale di Parità.
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