Violenza sulle donne: attivo il protocollo della rete territoriale del Veneto orientale

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[16-05-2023] Con il Protocollo di rete per il contrasto alla violenza contro le donne e domestica del Veneto orientale, sottoscritto definitivamente in questi giorni tra una quarantina di soggetti istituzionali e della società civile, si completa la copertura dell'area metropolitana veneziana per questo impegnativo ambito di intervento, estesa all'area di riferimento dell'Ulss 4, che si aggiunge ad analoga rete già esistente per il territorio dell'Ulss 3.

 

Lo sottoscrivono stavolta tutti i Comuni del sandonatese e del portogruarese, capofilati da San Donà di Piave, cui si aggiungono Prefettura e Questura di Venezia, Comandi provinciali di Carabinieri e Guardia di Finanza, Procure della Repubblica, Tribunali civili e penali e Ordini avvocati delle province di Venezia e di Pordenone (quest'ultimo avendo competenza per l'area del portogruarese), naturalmente l'Ulss 4 Veneto orientale, l'ordine dei medici di Venezia, le strutture antiviolenza del territorio e infine la Città metropolitana di Venezia e la Consigliera di parità metropolitana. 

 

Dieci gli articoli di cui si compone il protocollo, che si prefigge di "promuovere strategie operative condivise per la realizzazione di interventi di prevenzione e contrasto ai fenomeni di violenza nei confronti delle donne, con o senza figli/e minori, al fine di individuare le più idonee ed efficaci metodologie di intervento da adottare da parte dei soggetti coinvolti, ciascuno secondo le rispettive priorità, professionalità e ambiti di competenza".

 

A giocare un ruolo chiave saranno principalmente, oltre all'Ulss e alle forze dell'ordine - i primi per gli interventi di accoglienza, assistenza e cura socio-sanitaria delle  vittime di violenza, i secondi per quelli di sicurezza, monitoraggio e prevenzione - le tre strutture accreditate del territorio: il Centro antiviolenza e antistalking La Magnolia di San Donà di Piave, il Centro di ascolto "Città gentili" della cooperativa L'Arco di Portogruaro e il Centro educativo relazioni affettive (Cera) per il recupero di chi agisce la violenza contro le donne, cui spettano compiti di sostegno, protezione e di collegamento con tutti gli attori in campo. Gli ordini degli avvocati offrono informazione giuridica alle vittime, alla cittadinanza e alle stesse componenti di chi opera nel diritto, fino alla messa in funzione di uno sportello antiviolenza (l'Ordine di Pordenone) per un primo soccorso giuridico alle vittime. I Comuni mettono poi a disposizione della rete i servizi sociali e la polizia locale, in funzione delle azioni di protezione e sostegno. La Città metropolitana di Venezia svolgerà un ruolo di collaborazione alle iniziative di promozione e formazione della rete per lo sviluppo di una cultura della non violenza e dei diritti umani. 

 

L'impegno della Consigliera di parità metropolitana sarà quello di segnalare la presenza di fenomeni nell'ambito delle sue attività di consulenza alle lavoratrici per il controllo delle discriminazioni sul lavoro, con particolare riferimento alla violenza di genere e alle molestie sessuali, partecipando inoltre al monitoraggio degli eventi sul territorio e promuovendo azioni di sensibilizzazioni per l'applicazione dei principi di parità e pari opportunità, che sono la base di una cultura del rispetto e contraria ad ogni forma di violenza. 

 

Il protocollo ha seguito un lungo iter per giungere alla sua definitiva sottoscrizione il 12 maggio scorso. È uno strumento previsto dalla legge regionale n. 5/2013, "Interventi per prevenire e contrastare la violenza contro le donne" e nell'ambito della Convenzione di Istanbul del 2011, con cui gli Stati membri del Consiglio d'Europa hanno messo in piedi per la prima volta uno strumento giuridicamente vincolante per tutti, puntando ad armonizzare la risposta al fenomeno da parte di istituzioni, enti pubblici e privati e società civile, sull'asse delle "3 P: prevenzione, protezione e perseguimento degli autori di violenza" e condividendo la strategia del lavoro di rete per garantire il più efficace contrasto alla diffusione del fenomeno. Alla Convenzione di Istanbul hanno fatto seguito le ratifiche da parte dei singoli Stati europei, fra i primi l'Italia nel 2013 e oggi giunte a 37 su 45. 

 

Con il protocollo antiviolenza del Veneto orientale si completa dunque l'obiettivo di costruire una rete di protezione ad ampio raggio, esigibile da qualsiasi punto del territorio metropolitano veneziano attraverso uno o più dei soggetti aderenti, a partire dai Comuni: uno strumento in più per festeggiare i dieci anni della ratifica italiana alla Convenzione di Istanbul. 

 

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Foto di Peggy und Marco Lachmann-Anke da Pixabay

 

 

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