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[22-01-2019] Riconoscere l’enorme lavoro di cura svolto dalle donne con la messa a disposizione di servizi pubblici. Questa è una delle tre raccomandazioni che Oxfam rivolge ai governi al fine di ridurre i divari economici, in coerenza con quanto stabilito dall’Obiettivo di Sviluppo Sostenibile (SDG) n° 10 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sulla riduzione della disuguaglianza all’interno e tra i Paesi. Tali piani devono comprendere azioni in tre aree:
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Con il rapporto “Bene pubblico o ricchezza privata?â€, Oxfam, sulla base dei dati del Global Wealth Report e Global Wealth Databook di Credit Suisse, aggiornati al mese di giugno 2018, e delle liste dei miliardari di Forbes pubblicate annualmente nel mese di marzo, racconta una realtà di drammatica disuguaglianza sociale ed economica sia nei paesi ricchi, Italia compresa, quanto in quelli definiti “in via di sviluppoâ€. E purtroppo la disuguaglianza ha un costo che viene pagato in vite umane: ogni giorno muoiono 10 mila persone perché non possono accedere a servizi sanitari per ragioni economiche.
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I servizi pubblici sono «sistematicamente sotto-finanziati o vengono esternalizzati ad attori privati, con la conseguenza che vengono esclusi i più poveri». E ogni anno ci sono 100 milioni di persone che diventano “povereâ€, mentre altre 800 milioni «affrontano enormi difficoltà economiche a causa delle spese sanitarie che devono sostenere».
La disuguaglianza economica nel mondo è tale che l’1% più ricco del Pianeta detiene quasi la metà della ricchezza totale (il 47,2%), mentre 3,8 miliardi di persone, pari alla metà più povera degli abitanti del mondo, possono contare appena sullo 0,4 per cento; ma se l’1% più ricco della popolazione pagasse solo lo 0,5% in più di imposte sul proprio patrimonio, se ne ricaverebbe un gettito superiore a quanto serve per mandare a scuola 262 milioni di bambini che non vi hanno ancora accesso e fornire assistenza sanitaria necessaria a salvare la vita a 3,3 milioni di persone.
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La disuguaglianza economica ha ricadute più pesanti sulle donne, in tutti i paesi del mondo. «A livello globale gli uomini possiedono oggi il 50% in più della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l’86% delle aziende. Anche il divario retributivo di genere, pari al 23%, vede le donne in posizione arretrata. Un dato che per di più non tiene conto del contributo gratuito delle donne al lavoro di cura».
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Per dare un’idea del lavoro di cura non retribuito svolto dalle donne, Oxfam ipotizza che se tale lavoro venisse appaltato tutto ad un’unica società , questa registrerebbe un fatturato complessivo di 10 mila miliardi di dollari l’anno.
Nella prefazione del rapporto, Gro Harlem Brundtland, direttrice generale dell’OMS dal 1998 al 2003 e prima donna a ricoprire la carica di Primo Ministro della Norvegia fra il 1981 e il 1996, dichiara: “La lotta alla disuguaglianza rimane una delle tematiche più ardue al mondo, e la fornitura di servizi pubblici universali è un collaudato strumento con cui affrontarlaâ€.Â
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Il rapporto è stato diffuso alla vigilia della 49esima edizione del World Economic Forum, che si svolge a Davos dal 22 al 25 gennaio. (marta fenza)
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Nota: Oxfam - Oxford Committee for Famine Relief - è una confederazione internazionale di organizzazioni non profit che si dedicano alla riduzione della povertà globale, attraverso aiuti umanitari e progetti di sviluppo. Ne fanno parte 18 organizzazioni di Paesi diversi che collaborano con quasi 3.000 partner locali in oltre 90 nazioni per individuare soluzioni durature alla povertà e all'ingiustizia.Â
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