22-09-2016 - Alla scadenza del primo triennio di applicazione del Dpr 251/2012 per la parità di accesso negli organi di amministrazione delle società non quotate a partecipazione pubblica, il Dipartimento nazionale per le pari opportunità ha presentato il 7 settembre 2016 la relazione sullo stato di applicazione della norma e i dati di monitoraggio e vigilanza.
La norma stabilisce che sia le società quotate sia quelle non quotate ma sotto il controllo della pubblica amministrazione assolvano ai seguenti obblighi:
e definisce inoltre il regime sanzionatorio in maniera diversa a seconda che si tratti di società quotate in mercati regolamentati, su cui vigila Consob o di società non quotate e controllate dalla pubblica amministrazione, vigilate dal ministro delegato per le pari opportunità. In quest'ultimo caso, se inadempienti a seguito dei provvedimenti di diffida da parte dell'ente di controllo, è prevista la decadenza dei componenti dell'organismo collegiale e la ricostituzione a norma di legge.
L'attività di vigilanza e monitoraggio condotta dal Dipartimento per le pari opportunità ha pertanto visto partire 197 procedimenti per inadempienza, che hanno dato questo esito:
L'indagine rileva come sia sensibilmente aumentata in Italia, nel triennio 2013-2016 la percentuale di donne negli organismi di vertice delle società interessate dalla norma di riequilibrio, che passa dal 17,5% del periodo precedente al 25,7%, con l'entrata di circa 900 donne nei nuovi direttivi. Nel confronto tra il prima e dopo la legge, la presenza femminile è aumentata soprattutto fra le cariche di sindaci supplenti raggiungendo il 35,2% con un incremento del 9% circa; sono al 27,5% tra i sindaci effettivi rispetto al 18,2% e al 21,4% rispetto al 14,8%, con una buona posizione del Veneto rispetto alle altre regioni.
Sono le regioni del Nord a rilevare una maggiore presenza femminile, con il miglior "piazzamento" di Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta. Per contro la Basilicata risulta in coda alla classifica con il 13,2% di presenza femminile, seguita da Calabria e Campania.
Se aumentano sensibilmente le cariche di sindache supplenti ed effettive, è ancora il ruolo di vertice, quello di amministratore unico, a riproporre la persistenza del "tetto di cristallo" con un blando 3% di presenza femminile, pressoché inalterato rispetto alla situazione precedente l'entrata in vigore della legge.