[18-11-2020] Svezia, Danimarca e Francia guidano la classifica dell'indice di parità di genere tra i 28 stati membri dell'Unione Europea, rispettivamente a 84, 77 e 75 punti su cento. La media europea si colloca intorno ai 68 punti, con una distanza dalla piena parità (100) che, di questo passo, si impiegherebbero 60 anni a colmarla. Questa stringatissima sintesi si ricava dalla periodica indagine condotta da Eige, l'agenzia Ue specializzata nel monitoraggio e nello studio dell'uguaglianza di genere nei paesi europei, che diffonde in questi giorni il "Gender Equality Index 2020".
Da segnalare una buona notizia, che interessa l'Italia, alla quale è imputato il miglior balzo in avanti tra tutti gli stati membri, con oltre 10 punti acquisiti negli ultimi dieci anni (2010-2020). E dire che nonostante questo si colloca in quattordicesima posizione, con un punteggio complessivo di 63,5 su cento e ancora a 4,4 punti dal raggiungimento della media europea (67,9). Una collocazione che la vede seguire l'Austria e precedere Malta, in quindicesima posizione. A chiudere la classifica, arrivano Romania, Ungheria e Grecia, rispettivamente con 54, 53 e 52 punti e tuttavia, anche per loro, con qualche miglioramento rispetto alle precedenti posizioni.
Il rapporto indaga sei "domini" o ambiti di indagine: il lavoro, la ricchezza (money), l'istruzione, il tempo di cura, il potere politico, economico e sociale e la salute. A questi si aggiungono due domini che non incidono sull'indice generale. Il primo riguarda l'intersezione del divario di genere rispetto a fattori come età, disabilità, luogo di origine, educazione e ambiente familiare; l'altro la violenza di genere. Infine, il rapporto 2020 presenta un focus tematico riguardante l'impatto della digitalizzazione sul futuro del lavoro.
L'Europa dei 28 (l'indagine è stata avviata prima della Brexit, quindi è ancora presente la Gran Bretagna) migliora complessivamente i suoi punteggi rispetto al 2010. Qualche caduta, contenuta, viene registrata invece sul 2017, dove si evidenzia la Slovenia - oggi a 67,7 e in undicesima posizione - con una perdita di 0,6 punti.
Tallone d'Achille della parità di genere è il dominio del potere, inteso come parità di genere nei luoghi decisionali, che vede un indice al 53,5. A scalare verso l'alto si trova il dominio "conoscenza" che esamina la parità di accesso all'istruzione in tutte le fasi della vita, con indice 63,6. Terzo posto, con 65,7 per il dominio del tempo di cura, tra lavoro pagato e non pagato, tempi di cura e conciliazione con il lavoro. Quarta posizione poi per le disparità nel lavoro (occupazione, segregazione verticale e orizzontale, precariato, part-time, ecc.), con indice 72,2. Segue il dominio del denaro (80,6), che misura il divario di accesso alle risorse economiche del paese. Primo posto infine alla salute con 88 punti, e tuttavia in generale lieve diminuzione rispetto al 2017 (-0,1).
Il rapporto evidenzia ancora gli incrementi più significativi rispetto al 2010: