Â
Â
Â
Â
[11-10-2018] “L'educazione delle ragazze deve essere una delle nostre priorità , perché da essa  dipendono la pace e la prosperità del nostro mondo … le sfide sono ancora immense” . Questo il messaggio di Audrey Azoulay, direttrice generale dell’UNESCO, per la celebrazione della Giornata mondiale delle bambine e delle ragazze, che ricorre oggi, 11 ottobre 2018.
Â
Istituita dalle Nazioni Unite nel dicembre del 2011, la giornata intende promuovere l'emancipazione delle bambine e delle ragazze e il rispetto dei loro diritti. Azoulay ricorda che, nel mondo, più di 130 milioni di ragazze in età scolare non hanno accesso all’istruzione; circa 1 miliardo di giovani - tra cui 600 milioni di ragazze adolescenti - entreranno nel mondo del lavoro nel prossimo decennio, e di questi, oltre il 90% vivono in paesi in via di sviluppo dove è altissima la probabilità di lavorare in settori in cui la retribuzione è bassissima o assente, l'abuso e lo sfruttamento sono diffusi.
Â
Il tema scelto dall’ONU per il 2018 “With Her: A Skilled GirlForce” pone l’attenzione sulla necessità di investire in formazione e sviluppo di competenze per promuovere e sostenere  la buona occupabilità delle ragazze, favorendone l'integrazione nel mondo del lavoro ed in particolare l’accesso alle carriere scientifiche e tecnologiche, in cui sono troppo spesso sottorappresentate.
La principale causa che favorisce l’abbandono scolastico è la povertà . E colpisce soprattutto le bambine. Una ricerca Unesco evidenzia come nei  Paesi a medio e basso reddito la percentuale di bambine e ragazze che non hanno accesso all’istruzione tende a superare sempre quella dei loro coetanei maschi: ad esempio, dalla scuola media viene escluso il 41,3% delle studentesse contro il 35,7% dei maschi e l’istruzione superiore resta un miraggio per il 66,4% delle adolescenti contro il 58,2% dei maschi.
Â
Questi i dati riportati nel  Dossier INdifesa di Terre des Hommes (edizione 2017, a breve l’uscita del nuovo rapporto) che racconta la condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo,  da cui emerge che i diritti delle giovani donne (scuola, istruzione, diritto all’integrità fisica e psichica, alla salute riproduttiva, alla libera scelta e a progetti migratori non violenti) continuano a essere negati.
Ancora nel  Dossier INdifesa, si legge che in Europa, circa 16,9 milioni di persone nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 34 anni, cioè il 18,3% della popolazione per l’età di riferimento, non studiano e non lavorano e non si stanno formando per un nuovo impiego. Il fenomeno riguarda soprattutto le ragazze. Se mettiamo a confronto i due sessi, infatti, scopriamo che quasi un quarto delle ragazze europee (22,7%) sono “Neet”, mentre tra i maschi l’incidenza del fenomeno è dell’8,7%, e il gap tra uomini e donne cresce con l’aumentare dell’età : è del 2% nella fascia d’età 20-24 anni, passa al 9,8% nella fascia 25-29 anni e raggiunge il suo picco massimo (13,3%) fra i 30 e i 34 anni.
In Italia il numero di Neet è più alto rispetto alla media europea: il fenomeno interessa il 30,7% della popolazione compresa tra i 20 e i 34 anni, e raggiunge il 35% delle ragazze italiane contro il 22,7% della media europea.
Â
 “Le sfide sono ancora immense” ci ricorda Audrey Azoulay: per questo le istituzioni devono mantenere alta l’attenzione su questi temi e orientare le loro politiche al raggiungimento della parità di genere. Per questo la Consigliera di parità metropolitana di Venezia e la Città metropolitana di Venezia aderiscono alla #OrangeRevolution. Per questo le lavoratrici e i lavoratori della Città metropolitana di Venezia non restano indifferenti ma scelgono di essere #indifesa: guarda la nostra clip e le nostre foto.
Â
Â
Â
Â
Â
Â
Â
Â
Â