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[19-06-2019] Anno particolarmento impegnativo il 2018 per gli uffici decentrati dell'Ispettorato del lavoro sul fronte delle attività di convalida delle dimissioni del personale dipendente nel periodo di tutela di maternità e paternità , i cui dati sono ora diffusi e scaricabili* dal sito dell'Ispettorato del lavoro. Dalla loro lettura emerge che le richieste di convalida sono passate dalle 39.738 del 2017 a 49.451, con un incremento del 24% (e +31% rispetto al 2016).
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Un significativo aumento, dunque, di abbandoni del lavoro da parte di lavoratrici madri o lavoratori padri nei primi tre anni di vita del figlio, periodo entro il quale le dimissioni volontarie o le risoluzioni consensuali (cioè l’accordo tra datore di lavoro e dipendente per interrompere il rapporto prima della scadenza stabilita) sono subordinate alla convalida dell’ispettorato territoriale di riferimento. Così infatti dice l’articolo 55 del Testo Unico sulla maternità .
E ogni anno l’Ispettorato nazionale del lavoro (Inl), contestualmente alla diffusione del rapporto, relaziona sul merito alla Conferenza nazionale delle consigliere e dei consiglieri di parità – tenutasi il 25 maggio scorso -  nel segno di una collaborazione e un coordinamento tra le due entità sanciti dal Codice delle pari opportunità . I dati sono restituiti anche alle consigliere territoriali – regionali e metropolitane o provinciali – ciascuna per il proprio territorio di riferimento, consentendo dunque una visione disaggregata che tocca diversi parametri: genere, nazionalità , età anagrafica, anzianità di servizio, numero ed età dei figli, settore produttivo e dimensione aziendale, distribuzione geografica e motivazioni.
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La prima osservazione evidenziata dall’Inl accanto al marcato aumento delle convalide, ha riguardato l’incremento percentuale delle richieste da parte dei lavoratori padri, cresciute del 49% rispetto al 2017. Certo le lavoratrici madri rappresentano sempre la stragrande maggioranza – nel 2018 il 73% - ma la tendenza si va delineando di anno in anno: in crescita i padri, in calo le madri.
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Molte le conferme di fenomeni in atto da tempo:
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E veniamo alle motivazioni, dove manca purtroppo, diversamente dall’analisi provinciale di cui si dirà oltre, la distribuzione per genere. Il rapporto conferma in ogni caso le tendenze già evidenziate negli anni precedenti:
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Uno sguardo infine al territorio metropolitano veneziano, dove si registrano 1.161 richieste di convalida, di cui 2 non concesse. L’analisi in questo caso le aggrega. Appare ancora più marcata la differenza con il 2017: le convalide sono aumentate di oltre il 40% nel 2018 e le richieste provenienti da parte dei lavoratori padri si attestano addirittura in crescita del 71%.
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In linea, seppure con qualche differenza, il confronto con il livello nazionale:
Per quanto riguarda il fronte delle motivazioni i dati sono disaggregati per genere, diversamente di quanto visto a  livello nazionale. E la differenza di genere è netta, come si vede dall’infografica di seguito. Per le lavoratrici madri è un problema la rete di supporto per i figli, la mancata flessibilità aziendale, la mancata concessione di part-time, la distanza tra casa e sede di lavoro, in modo pressoché eslusivo, mentre risultano ampiamente scavalcate quando si parla di “passaggio ad altra azienda”. Per i lavoratori padri è solo quest’ultima a catalizzare il loro interesse. Non è difficile scorgere in ciò una responsabilità di cura ancora tutta virata al femminile e, dall’altra, una ricerca di alternative lavorative o professionali sostanzialmente al maschile. La parità di genere è ancora in corso.
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Per saperne di piĂą
su questo stesso sito: #ispettorato-del-lavoro
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Foto: Arek Socha per pixabay.com
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*aggiornato il 27/02/2024