Families Share, com'è andato l’incontro con Comuni, associazioni e famiglie

un momento della presentazione dell'appFamiliesShare con Maria Sangiuliano

[27-05-2020] (m.f.) Ottima risposta dei Comuni metropolitani invitati dalla consigliera di parità Silvia Cavallarin alla presentazione in videoconferenza del progetto europeo Families_Share, nato per condividere la gestione dei figli in extrascolastico con gruppi autoorganizzati di genitori. L'incontro online, che aveva raccolto 85 iscrizioni,  si è tenuto lunedì 25 maggio con la conduzione di Maria Sangiuliano, partner di progetto che vede il coordinamento dell'università veneziana di Ca' Foscari, presente al meeting con il docente Agostino Cortesi. Ecco com'è andata. 

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Silvia Cavallarin apre l’incontro di illustrazione del progetto europeo H2020 Families Share, evidenziando quanto sia importante costruire reti locali per sostenere le famiglie nella gestione dei carichi di cura, soprattutto in questo momento di ripresa delle attività economiche e lavorative dopo il lockdown. “Bisogna evitare che le difficoltà economiche combinate con la chiusura delle scuole aggravino ulteriormente le famiglie - ha esordito la consigliera - e soprattutto le donne, nel già difficile compito di conciliare esigenze di cura e di lavoro. La sfida è sperimentare nuovi modelli  lavorativi, come lo smartworking diffuso, ma anche di welfare, come le reti di aiuto solidale tra genitori che l’esperienza del Families Share ci racconta”.

 

E’ un’esperienza comune vedere i genitori, davanti alle scuole, in attesa dell’uscita dei figli, accordarsi per accompagnare i bambini ad attività sportive, feste, oppure organizzarsi per ospitare a casa a turno i figli per compiti e gioco. Dall’osservazione di questi spontanei scambi di mutualità - racconta  Agostino Cortesi dell’Università Ca’ Foscari Venezia -  basati sull’elemento essenziale del rapporto fiduciario, nasce l’idea del Families Share.

 

ll progetto europeo H2020 Families Share, coordinato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, è in corso di sperimentazione a Venezia, Trento e Bologna, e in altre città europee in Grecia, Ungheria e Belgio, per condividere la cura dei bambini (in età scolare 3-12 anni) e per affrontare in modo sostenibile i problemi legati alla conciliazione della vita familiare e lavorativa. Il modello promosso da Families Share è quello di un auto-aiuto solidale tra i genitori per la creazione di una rete e la co-organizzazione di attività per i bambini, attraverso il supporto tecnologico dell’app Families Share che facilita l’organizzazione di turni e calendari.

 

La  sperimentazione del progetto nel 2019 in Italia ha realizzato attività in 3 “CityLabs”: Bologna e Venezia hanno attivato reti di vicinato, grazie anche ad un importante ruolo promotore dei Comuni ed associazioni locali, organizzando sul territorio settimane estive/invernali nei periodi di vacanze scolastiche; Trento ha sviluppato un modello in azienda, come pratica di welfare e conciliazione sul posto di lavoro.

Maria Sangiuliano di Smart Venice s.r.l., partner di progetto che ha coordinato il CityLab di Venezia,  descrive i risultati delle esperienze europee e italiane del Families Share: a livello europeo sono stati coinvolti 1.620 genitori e 124 stakeholders tra scuole, enti locali, associazioni; a Venezia la sperimentazione nel 2019 è stata condotta in collaborazione con l’ufficio Servizi Educativi del Comune di Venezia, supportando un gruppo di 30 genitori nella auto gestione di settimane gioco estive per bambini tra i 3 e gli 11 anni (27 bambini coinvolti).

 

Il Comune di Venezia ha messo a disposizione della rete di genitori (che si è voluta formalizzare nella Families Share a.p.s.) gli spazi (scuole e ludoteche), il supporto alle pulizie, la comunicazione con scuole e genitori, il supporto del team psicopedagogico. Il gruppo di genitori ha organizzato e gestito le settimane gioco estive, offrendo 1 giorno alla settimana per famiglia (coinvolgendo preferibilmente entrambi i genitori), con pasti da casa, il pagamento di una cifra minima per l’assicurazione, utilizzando la piattaforma – app Families Share per pianificare i turni e le attività e inserire disponibilità e bambini partecipanti.

Daniela Galvani e  Anna Righi del Servizi di Progettazione Educativa del Comune di Venezia, che hanno aderito alla prima sperimentazione del progetto, testimoniano quanto sia stata positiva l’esperienza del progetto che verrà riproposta anche questa estate.

 

Estate 2020. Considerata la buona riuscita della sperimentazione nell’area comunale di Venezia, il team progettuale ha deciso di replicare l’esperienza nel territorio metropolitano, adattando il modello alle esigenze dei diversi territori e al nuovo scenario collegato all’emergenza sanitaria.

Il modello, grazie alla sua flessibilità, può essere utilizzato in diverse modalità:

  • si può replicare la sperimentazione di Venezia, con un forte ruolo del Comune che, in convenzione con associazioni di volontariato/promozione sociale del territorio, promuove la creazione di reti di famiglie, offrendo la disponibilità degli spazi; nella gestione delle attività i genitori possono coinvolgere anche professionisti (servizi educatvi, baby sitting) condividendo i costi;
  • si può promuovere la creazione di piccole reti autogestite di famiglie per attività all’aperto e condivisione a turni di spazi domestici o condominiali, condividendo anche eventuali costi per servizi educativi, baby sitting;
  • si può utilizzare nell’ambito di  centri estivi a pagamento da parte di  Associazioni o cooperative che danno la possibilità ad alcuni genitori di collaborare a titolo volontaristico a fronte di uno sconto sulle quote di iscrizione.

 

Il team di progetto è disponibile a dare supporto per fornire, a titolo gratuito, strumenti e modelli per organizzare e gestire le attività.

L’attenzione dimostrata dal territorio per il progetto Families Share (85 iscrizioni al webinar su 100 posti disponibili, tra cui molti comuni metropolitani) suggerisce che ci sia un gran bisogno di modelli di welfare innovativi che siano in grado di adattarsi ad esigenze sociali e scenari inattesi.

Silvia Cavallarin  chiude l’incontro con una riflessione “Oggi sono emerse parole chiave importanti come reti locali, circoli di fiducia, assenza di conflitto; serve  un cambiamento di pensiero. Chissà che la difficile situazione creata dal Covid19, sia la chiave per introdurre modelli di vita più equi e sostenibili anche grazie ad un uso consapevole della tecnologia”. 

 

Per approfondire tutte le informazioni sul progetto e per i contatti con il team apri la presentazione.

 

 

 

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